Cooperativa edilizia convenzionata e agevolata: come verificare la correttezza del rapporto e delle somme richieste al socio.

1.Lo schema economico del rapporto

Lo schema economico che regola lo svolgimento dell’attività di una cooperativa che aderisce a un programma di edilizia convenzionata e agevolata è abbastanza semplice.

In sintesi possiamo dire che la cooperativa acquisisce un terreno in diritto di superficie, in convenzione con il Comune di riferimento, e riceve un contributo a fondo perduto dalla Regione. Può quindi iniziare a costruire senza grandi esborsi iniziali. Stipula poi un mutuo che le permette di portare a termine l’edificazione.

Nel contempo raccoglie le domande degli aspiranti soci, che devono possedere i requisiti prescritti dalla legge per questo tipo di edilizia.

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Presentare telematicamente una denuncia o una querela

   Presentare una denuncia o una querela oggi è più facile grazie al provvedimento del Direttore Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati del Ministero della Giustizia del 24 febbraio 2021.

   Tale atto, in esecuzione della nuova normativa resa necessaria ed urgente dall’emergenza sanitaria, ha finalmente dato avvio ad un primo modulo di processo penale telematico.

   Esso contiene le disposizioni relative al deposito con modalità telematica delle memorie, documenti, richieste e istanze indicate dall’articolo 415-bis, comma 3, del codice di procedura penale, dell’ istanza di opposizione alla archiviazione indicata nell’art. 410 c.p.p., della denuncia e della querela di cui agli artt. 333 e 336 del codice di procedura penale e della relativa procura speciale, della nomina del difensore e della rinuncia o revoca del mandato.

   Per quanto riguarda in particolare la denuncia e la querela, fino ad oggi, l’avvocato del denunciante, nominato per tale scopo, doveva poi recarsi fisicamente in Procura per il deposito.

   Grazie al nuovo strumento telematico oggi diventa più semplice scegliere di sporgere denuncia o querela nello studio di un avvocato.

   Sarà sufficiente nominare per tale scopo un proprio difensore e l’atto, dopo essere stato sottoscritto dalla parte, scansionato e controfirmato digitalmente dall’avvocato, potrà essere immediatamente depositato presso la Procura della Repubblica competente, attraverso l’inoltro telematico appositamente previsto dal Portale dei Servizi Telematici, nella sezione Portale Deposito atti penali (PDP).

   Allo stesso modo ne potrà essere seguito l’iter, per evitare, come troppo spesso è accaduto, di provare la motivata sensazione che la propria denuncia continui a rimbalzare fra le quattro pareti di gomma di un qualche ufficio di Procura, il cui immaginifico rivestimento contribuisca ad attutirne non solo l’energia emotiva ma lo stesso rumore.

   Abbiamo parlato della nuova modalità di inoltro e di seguito telematico ma ciò non deve offuscare la ragione principale per la quale spesso si rivela estremamente opportuno presentare la denuncia e la querela presso un avvocato.

   Non bisogna dimenticare infatti che si tratta di un atto molto serio, che può comportare importanti conseguenze di ordine giuridico e pratico e per il quale, dunque, non si dovrebbe mai prescindere da una consulenza competente ed approfondita, sia relativamente all’opportunità della presentazione, sia in ordine alla forma, sia, ancora, in ordine alle necessarie precostituzioni probatorie.

   Quest’ultimo riferimento vuole sottolineare che una denuncia, se non è ben ponderata e ben confezionata, non rischia solo di ritorcersi contro chi l’ha presentata ma rischia poi di infrangersi contro la difficoltà di reperimento di elementi di prova a sostegno. Ciò è tanto più vero in un mondo in cui la prova digitale ha assunto un rilievo fondamentale, spesso affidato alla capacità di gestirne professionalmente l’ontologica volatilità.      

autore dell’articolo Enrico Leo – tutti i diritti riservati 

Il travisamento della prova nel ricorso per cassazione su doppia conforme

Il ricorso per cassazione in materia penale – gli avvocati lo sanno – rappresenta una strada che col passare del tempo è divenuta sempre più stretta.

Questo progressivo restringimento dei margini di accoglibilità (in realtà si tratta molto spesso di un argine che determina addirittura l’inammissibilità dell’impugnazione), è dovuto ad almeno due ragioni concomitanti: l’esigenza di chiudere prima possibile un iter processuale quasi sempre lunghissimo, scongiurando così la prescrizione, e la necessità di porre un limite al numero, troppo elevato, dei procedimenti pendenti.

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CANONE DI LOCAZIONE E CORONAVIRUS: E’ LEGITTIMO SOSPENDERNE IL PAGAMENTO?

Gli effetti della pandemia da Covid-19 sul ciclo economico nazionale stanno assumendo connotati sempre più gravi.

Uno di questi riguarda l’impossibilità o la grande difficoltà di adempiere all’obbligazione di pagamento del canone di locazione delle attività commerciali, chiuse o comunque fortemente penalizzate dall’enorme diminuzione del volume d’affari.

L’imprenditore non può limitarsi a sospendere il pagamento senza prima comunicare al locatore la sua intenzione e le ragioni specifiche che sorreggono la sua richiesta di riduzione o sospensione.

A questa prima comunicazione, dovrà poi seguire, auspicabilmente, una fase di negoziazione e un accordo scritto, per la formalizzazione del nuovo canone e della sua durata.

Commettere un errore in questa fase, a causa di una gestione poco professionale dell’iter di modifica, può comportare un danno economico e la perdita di un vantaggio competitivo nella fase di ripresa delle attività.

Se sei interessato ad approfondire l’argomento in relazione a una tua esigenza specifica, puoi utilizzare il form che segue o prenotare una videoconferenza a questo link.

In ogni caso, il primo contatto non costituirà un parere legale ma avrà lo scopo di inquadrare l’esigenza del potenziale cliente e non comporterà alcun obbligo di pagamento.

A seguito della prima fase conoscitiva, solo dopo aver ricevuto la prospettazione del costo, potrai decidere di avvalerti di una prestazione di assistenza legale.

Per un approfondimento sulle modalità di consulenza online o videoconsulenza leggi

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CANONE DI LOCAZIONE E CORONAVIRUS: E’ LEGITTIMO SOSPENDERNE IL PAGAMENTO?

Gli effetti della pandemia da Covid-19 sul ciclo economico nazionale stanno assumendo e assumeranno connotati sempre più rilevanti e gravi in tutti gli ambiti della vita economica del paese.

Le prime ricadute di tale mutamento di scenario economico non tarderanno a manifestarsi negli uffici giudiziari, specie con riguardo alle azioni che verranno intraprese a seguito dell’impossibilità o della difficoltà di adempiere all’obbligazione di pagamento dei canoni locativi di attività commerciali ad oggi inibite o comunque penalizzate dall’enorme diminuzione del volume d’affari.

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Il “sistema giustizia” nell’era del covid 19

  La grave emergenza sanitaria in corso ha prodotto inevitabilmente un brusco arresto della già farraginosa macchina giudiziaria, alla luce dell’entrata in vigore del decreto legge del 17 marzo 2020, n. 18 (cosiddetto decreto “cura Italia”) e dell’assoluta priorità, in questa fase, dell’adozione di ogni misura idonea a salvaguardare la salute dei cittadini.

Tale decreto, in primo luogo, prevede che, tutte le udienze civili e penali di natura ordinaria, fissate dal 9 marzo al 15 aprile p.v. siano rinviate d’ufficio a data successiva al 15 aprile 2020.

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Covid-19 e scoperti bancari delle imprese. La tutela della società e quella del socio che ha prestato fideiussione

  1. Gli scoperti delle imprese nella disciplina dell’emergenza Coronavirus

Le imprese italiane stanno vivendo momenti di grave crisi, quale conseguenza della situazione economica ingenerata dal COVID-19.

Il decreto legge 17 marzo 2020 n. 18 ha previsto misure di sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese.

Si prevede che, con riferimento alle esposizioni debitorie nei confronti di banche e intermediari finanziari per aperture di credito e prestiti accordati a titolo di anticipazione su crediti, le facilitazioni fin qui in essere non possano essere revocate, neppure in parte, fino al 30 settembre 2020.

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Processo Vannini: la Cassazione è stata influenzata dalla Super-Procura mediatica?

La Corte di Cassazione, con la sentenza 9049/2020, rimette in discussione la tormentata (e tragica) vicenda della morte di Marco Vannini.

Come è noto, l’opinione pubblica, nella stragrande maggioranza, faceva il tifo per questo esito, il quale pone una seria ipoteca sulla possibilità che il giudizio di rinvio arrivi nuovamente ad escludere l’omicidio doloso.

Potrebbe sembrare atipico che un commento strettamente giuridico, seppure di taglio divulgativo, prenda le mosse dalla considerazione del “tifo dell’opinione pubblica”.

Eppure la consapevolezza del rilievo negativo del cosiddetto processo mediatico è ormai largamente diffusa, soprattutto fra gli addetti ai lavori.

La sentenza in questione ha accolto il motivo principale dei ricorsi della Procura e delle Parti civili, che si dolevano di un’errata configurazione dell’elemento soggettivo in termini di colpa anziché in termini di dolo.

La sua motivazione si presta ad alcune considerazioni, la prima delle quali riguarda il metro di giudizio adottato della Corte.

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Processo penale: se cambia il giudice l’imputato deve attivarsi in modo tempestivo e mirato

Ci sono dei principi del processo penale che, per la loro importanza, non possono essere liquidati come semplici tecnicismi ma devono essere conosciuti e compresi anche dai non addetti ai lavori.  

Essi infatti fanno parte di quel nucleo di garanzie fondamentali la cui mancanza o la cui violazione rischia di mettere in dubbio il livello di civiltà di un sistema.

Non a caso la loro formulazione si trova proprio nella Costituzione.

Uno di questi snodi è quello del rapporto fra il giudice e il testimone.

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L’assegno circolare non salva dal pignoramento del conto corrente

 

E’  possibile evitare il pignoramento delle giacenze di un conto corrente bancario grazie al “trucco” di chiedere l’emissione di un assegno circolare da tenere in tasca?

E’ in buona parte da sfatare la convinzione secondo la quale sarebbe possibile evitare il pignoramento delle somme giacenti sul conto  con il ricorso a quello che viene definito un “trucco” ma che in realtà può essere un reato. 

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