Il “sistema giustizia” nell’era del covid 19

  La grave emergenza sanitaria in corso ha prodotto inevitabilmente un brusco arresto della già farraginosa macchina giudiziaria, alla luce dell’entrata in vigore del decreto legge del 17 marzo 2020, n. 18 (cosiddetto decreto “cura Italia”) e dell’assoluta priorità, in questa fase, dell’adozione di ogni misura idonea a salvaguardare la salute dei cittadini.

Tale decreto, in primo luogo, prevede che, tutte le udienze civili e penali di natura ordinaria, fissate dal 9 marzo al 15 aprile p.v. siano rinviate d’ufficio a data successiva al 15 aprile 2020.

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Recupero crediti: la ricerca dei beni del debitore da sottoporre a pignoramento

Conoscere di quali beni o rapporti sia titolare il nostro debitore, rappresenta un passo fondamentale per poter mandare a segno un’azione di recupero crediti.

Anche senza rivolgersi a un investigatore privato, è possibile svolgere proficui accertamenti tramite uno studio legale, il quale, dietro rilascio di apposito incarico e a costi predeterminati, potrà interrogare, direttamente o per il tramite dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps, le banche dati qui di seguito indicate.

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L’acquisto di un immobile di edilizia agevolata e/o convenzionata: avvertenze per l’uso

Come sempre più spesso accade, quando si decide di acquistare un immobile, soprattutto quando lo stesso è la prima casa di abitazione, si cerca di trovare la formula economicamente più conveniente.

Ed in tale ricerca un primato indiscusso lo hanno gli immobili realizzati nell’ambito di un programma di edilizia convenzionata con il Comune di residenza, programma che si definisce anche agevolato quando è finanziato dallo Stato, attraverso le Regioni.

In tali casi, quella che, erroneamente, si ritiene essere un’ordinaria compravendita, acquista in realtà i connotati di una vicenda molto complessa. Infatti i fronti che si aprono sono molteplici e gli aderenti al programma edificatorio, molto spesso, non vengono informati compiutamente, dal costruttore e/o dalla società cooperativa di turno, dei termini dell’acquisto.

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Come funziona la consulenza legale on line

Avete mai chiesto una consulenza legale on line ?

   Quale è stata la vostra esperienza e, in particolare, il livello di gradimento del risultato ?

   Pensate di essere in grado di formulare in modo corretto e comprensibile il vostro quesito legale attraverso un form a composizione libera, o preferireste avere un supporto automatizzato che vi indirizzi verso la formulazione più pertinente del vostro interrogativo ?

   Se volete dire la vostra, compilate il form in coda all’articolo.

 

   Sempre più spesso si ricorre alla locuzione consulenza on line per indicare un fenomeno che va al di là di una semplice email a contenuto consulenziale, inviata da un legale al proprio cliente.

  Quest’ultima, infatti, è una forma di espletamento dell’incarico consulenziale che si presenta innovativa solo per il veicolo utilizzato – la email, appunto – ma che non differisce dalla consulenza che, in passato, poteva essere veicolata a mezzo missiva postale.

   In questa modalità, il “vecchio” sta nel fatto che la domanda, vale a dire il quesito consulenziale, viene posta all’avvocato in modo tradizionale: mi reco presso lo studio, lo chiamo per telefono, gli scrivo una email e, attraverso questi mezzi di comunicazione, pongo il quesito.

   L’aspetto positivo di questo modo di procedere è molto evidente: durante la fase di proposizione della richiesta, l’interazione dialettica che intercorre fra avvocato e cliente costituisce, ad un tempo, il metodo per far comprendere al legale quale sia la reale necessità di tutela ed il metodo attraverso il quale lo stesso cliente arriva a capire di quale approfondimento egli abbia davvero bisogno.

   La vera consulenza on line presuppone, invece, che la proposizione della domanda non segua il canale tradizionale ma sia formulata con metodo automatizzato.

   Dove l’aggettivo “automatizzato” vuol significare che il rapporto fra avvocato e cliente si svilupperà attraverso apposite pagine web, contenenti alcuni form da compilare on line e, nel migliore dei casi, anche un percorso guidato per aiutare nella formulazione corretta della domanda. Nessun rapporto diretto fra legale e cliente. Nessuna possibilità di uscire dal percorso consulenziale preconfigurato e di porgere richieste diverse dalla consulenza prescelta e prepagata.

   A meno che, ovviamente, lo studio legale titolare della piattaforma non abbia concepito, come molto spesso accade, la proposta di consulenza on line quale “corsia di invito all’entrata”, per acquisire incarichi di consulenza e assistenza da svolgere in modo tradizionale e secondo le tariffe tradizionali.

   Quest’ultimo aspetto, vale a dire quello dei costi, è la vera cartina di tornasole della consulenza on line genuina, la quale, per avere una qualche utilità, deve poggiare su due presupposti di cui i potenziali clienti dovrebbero essere ben consci prima di accedervi.

   Il primo è che vi si deve far ricorso solo quando ci si renda conto che la risposta richiesta sia suscettibile di fornire concreta soddisfazione alle esigenze del richiedente. In sostanza, deve trattarsi di una questione abbastanza semplice, in rapporto alla quale la risposta costituisca già un livello definito di tutela. In caso contrario è meglio far ricorso fin da subito a un legale in carne e ossa.

   Il secondo è che la consulenza on line può avere un costo chiaro, predeterminato e soprattutto contenuto, solo grazie alle modalità di svolgimento dell’incarico e, in particolare, all’ambito del parere fornito, il quale rimane incanalato all’interno di confini ben delineati.

   E’ vivamente sconsigliato perciò richiedere una consulenza on line ed aspettarsi o, peggio, pretendere, compresa nel prezzo, una consulenza tradizionale.

   Esiste infine – ma qui vi si fa cenno solo per ragioni di completezza – un terzo genere di consulenza, vale a dire quella digitale. Potrebbe sembrare fantascienza ma esistono già oggi alcuni sistemi informativi di tipo legale, dotati di sofisticatissimi algoritmi, in grado di rispondere a un quesito legale facendo unicamente ricorso alla loro intelligenza artificiale. Questi strumenti, per il momento, non sono autorizzati dalla legge a fornire consulenza legale in modo diretto.

Autore dell’articolo Enrico Leo, tutti i diritti riservati